Pinocchio
Spettacolo teatrale in un solo Atto delle bambine e dei bambini della 3^ C di Sa Sedda
Lo spettacolo, scaturito dall’omonimo romanzo di Carlo Collodi si ispira fortemente al Pinocchio di Carmelo Bene, messo in scena per la prima volta nel 1961 e al racconto di Antonio Ferrara, una moderna riscrittura della storia del più famoso burattino del mondo, pubblicata nel 2013 con il titolo PINOCCHIO ADESSO.
Il Pinocchio di Carmelo Bene rappresenta il rifiuto del passaggio dall’infanzia alla vita adulta; l’infanzia infatti, è vista come uno stato in cui tutto è ancora possibile perché non ancora realizzato; uno stato in cui si concentra tutto il potenziale dell’esistenza, mentre il mondo degli adulti è fatto di trappole ed inganni nei quali Pinocchio, ogni volta cade. Crescere e diventare un uomo è perciò una condanna alla quale la sua parte ribelle cerca di sottrarsi; le esitazioni, le “promesse pinocchiesche”, svelano la sua incertezza, che è l’indecisione di chi non vuole conformarsi al sistema di regole degli adulti, perché… sono come una medicina troppo amara.
Nello spettacolo “entra” di tanto in tanto un io narrante svincolato dalla creazione di Collodi, protagonista del racconto di Antonio Ferrara; costituisce una denuncia sociale della condizione in cui vivono molti bambini in alcune parti del mondo: è la voce dei “Pinocchi che intrecciano tappeti, che lavorano mattoni, che vengono rapiti e costretti a diventare dei bambini- soldati e sono persi nelle lacrime”. In questo caso, il mondo degli adulti è una giungla, dove i grandi, agili come gatti e astuti come volpi, fanno pensare e dire all’io bambino sfruttato e privato della sua infanzia “Che sono io il cattivo forse è una bugia”.
Lo spettacolo si chiude con un’esortazione dei bambini all’adulto/maestra, affinché Pinocchio resti un burattino, perché come riteneva Carmelo Bene, Pinocchio che diventa bambino è destinato a seppellire l’infanzia.
Le insegnanti